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foto di un negozio del Brighton & Hove Albion, di proprietà di Tony Bloom, uno degli scommettitori più famosi del mondo.
Foto di Paul Gillett

Se esiste un personaggio capace di sfidare i cliché del mondo delle scommesse sportive, quello è Tony Bloom. Conosciuto nei circoli dei bookmaker come “The Lizard” per la sua freddezza quasi rettiliana nel prendere decisioni, Bloom ha costruito un impero tra algoritmi, intuizione e una passione viscerale per lo sport. La sua storia non è solo quella di un genio matematico o di un imprenditore di successo, ma di un visionario che ha trasformato il rischio in un’arte, mescolando numeri e umanità in un equilibrio unico.

Nato a Brighton nel 1970, Bloom respira scommesse fin dall’infanzia: il nonno, Harry Bloom, era un bookmaker e gli insegnò a leggere le quote come altri bambini leggono le favole. Ma Tony non si accontentò di ereditare un mestiere. Laureato in matematica, iniziò a frequentare i poker club londinesi negli anni ’90, dove affinò una mente capace di calcolare probabilità in millisecondi, ma anche di leggere gli avversari come libri aperti. Fu lì che capì una verità semplice ma rivoluzionaria: nelle scommesse, i dati sono fondamentali, ma è l’istinto nel capire la psicologia dei giocatori a fare la differenza. Con i guadagni del poker, fondò la sua prima società di scommesse professionali, sfidando il sistema tradizionale con un approccio ibrido tra analisi quantitativa e psicologia del gioco.

La vera svolta arrivò con la nascita di Starlizard, una consulting company segreta che fornisce consulenze ad alto livello a scommettitori istituzionali. Qui, Bloom ha creato un laboratorio di cervelli: matematici, ex atleti, statistici e trader lavorano per decifrare il caos degli eventi sportivi, trasformando partite e competizioni in equazioni viventi. Ma ciò che rende Bloom unico è il modo in cui ha trasferito questa filosofia nel calcio. Nel 2009, rilevò il Brighton & Hove Albion, squadra della sua città, allora in caduta libera. Con lo stesso coraggio che usa nelle scommesse, investì milioni in uno stadio avveniristico e in un settore giovanile all’avanguardia, trasformando i Seagulls in una delle realtà più innovative della Premier League.

Bloom non è un uomo che scommette sul presente: costruisce futuri. Mentre molti parlano di “bankroll management” o di sistemi per mitigare le perdite, lui gioca una partita più grande. Per lui, ogni decisione è una scommessa sul tempo: sul fatto che un talento scoperto a 16 anni diventerà un campione, che un algoritmo perfezionato notte dopo notte batterà il mercato, o che una squadra di provincia possa competere con i giganti del calcio. È questa capacità di vedere oltre l’orizzonte immediato che lo distingue, trasformando il rischio calcolato in una forma di poesia strategica. Oggi, mentre il Brighton sfida i big del calcio inglese e Starlizard rimane un mistero per i più, Bloom continua a dimostrare che nelle scommesse, come nella vita, a vincere non è chi ha più dati, ma chi sa immaginare dove nessuno ha ancora scommesso.

Tony Bloom è uno di quei personaggi che sembrano usciti da un romanzo: un mix tra un matematico visionario, un imprenditore senza paura e un tifoso con il cuore legato alla sua città. E il bello è che la sua storia continua a evolversi, tra partite da underdog in Premier League e algoritmi che lavorano nell’ombra.

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